poesia in viaggio
Eupilio 10 Ottobre 2014
Chi è Ausilia Minasi.
Non è facile definirla completamente, tanto è versatile, nella sua opera, anzi potrei dire ormai nelle sue opere, avendo pubblicato qualche libro di poesie nella sua rapida carriera. Ausilia sboccia all'improvviso. Oserei dire dal nulla.
Mi chiedo spesso chi abbia trasmesso ad Ausilia l'amore per le parole, chi le ha immesso il seme della poesia: il padre, la madre, quella terra del sud che ha lasciato da piccola e che ritorna spesso, anche nel linguaggio dialettale che usa con forza.
E' come una pianta che sottoterra ha delle lunghe radici che arrivano fino alla terra arsa del sud e altre che son qui, aggrappate alla collina brianzola. Nelle sue poesie esce forte il richiamo per la sua terra d'origine, ma anche per la terra dove vive, con le mille contraddizioni.
Allegoricamente direi che Ausilia è un ponte fra due terre lontane. Sì! Ausilia è albero e anche ponte che unisce. Albero e ponte!
Solo la sua fantasia poteva partorire l'idea della poesia in viaggio. Questo libro unico che viaggerà da un comune all'altro, da una terra all'altra, per unire come un ponte, chi si avventurerà nella lettura.
Bella veramente l'idea di considerare questo libro come un bene comune.
Qualcosa che è di tutti e nello stesso tempo non è di nessuno. Proprio come fosse una panchina, un'altalena del parco della nostra città, una strada. Nello stesso modo con cui noi trattiamo quello che si definisce bene della comunità, che è più nostro della nostra stessa proprietà, così dobbiamo trattare questo libro.
Dobbiamo accudirlo. Soprattutto leggerlo, scoprire le parole che ci toccano il cuore, la frase che ci appartiene e poi consegnarlo ad un amico, ad un passante. Ecco. Questo libro è come una panchina, un'altalena, la nostra via.
E' quello che c'è fuori dalle recinzioni, dai cancelli, dai muri. I muri dividono. Questo libro unisce.
Non è facile definirla completamente, tanto è versatile, nella sua opera, anzi potrei dire ormai nelle sue opere, avendo pubblicato qualche libro di poesie nella sua rapida carriera. Ausilia sboccia all'improvviso. Oserei dire dal nulla.
Mi chiedo spesso chi abbia trasmesso ad Ausilia l'amore per le parole, chi le ha immesso il seme della poesia: il padre, la madre, quella terra del sud che ha lasciato da piccola e che ritorna spesso, anche nel linguaggio dialettale che usa con forza.
E' come una pianta che sottoterra ha delle lunghe radici che arrivano fino alla terra arsa del sud e altre che son qui, aggrappate alla collina brianzola. Nelle sue poesie esce forte il richiamo per la sua terra d'origine, ma anche per la terra dove vive, con le mille contraddizioni.
Allegoricamente direi che Ausilia è un ponte fra due terre lontane. Sì! Ausilia è albero e anche ponte che unisce. Albero e ponte!
Solo la sua fantasia poteva partorire l'idea della poesia in viaggio. Questo libro unico che viaggerà da un comune all'altro, da una terra all'altra, per unire come un ponte, chi si avventurerà nella lettura.
Bella veramente l'idea di considerare questo libro come un bene comune.
Qualcosa che è di tutti e nello stesso tempo non è di nessuno. Proprio come fosse una panchina, un'altalena del parco della nostra città, una strada. Nello stesso modo con cui noi trattiamo quello che si definisce bene della comunità, che è più nostro della nostra stessa proprietà, così dobbiamo trattare questo libro.
Dobbiamo accudirlo. Soprattutto leggerlo, scoprire le parole che ci toccano il cuore, la frase che ci appartiene e poi consegnarlo ad un amico, ad un passante. Ecco. Questo libro è come una panchina, un'altalena, la nostra via.
E' quello che c'è fuori dalle recinzioni, dai cancelli, dai muri. I muri dividono. Questo libro unisce.
Giandomenico Corti